frasi con sviluppo sostenibile

Piccola conca di terreno per la semina delle fave o dei piselli o altro. NATURA DEL CONFERIMENTO E CONSEGUENZE DEL RIFIUTO. Ritardare. Vaddhrùni) Torrente, letto di un torrente. Macari meno bravo di lei, ma sempre sbirro. Tsòtta, zeta dura) 1) Frustino per cavalli; 2) Pozzanghera. Appoggiare. Chiffàri) Da fare, roba da fare. 1) Letteralmente "tavola di petto", indica la dimensione dei pettorali di un uomo; 2) Sterno. Fiammifero (termine usato nel messinese). (Pron. Tipo di pasta lunga col buco, maccheroncino. Si portava anche attaccato ai cappelli di alta moda delle signore. In uso nella Sicilia Occidentale, province di Palermo e Trapani. c. Il trattamento è svolto direttamente dall’organizzazione del titolare. Termine spesso usato in senso buono, come piccolo rimprovero; 2) Prostituta. (Pron. Fumèri) 1) Concime, letame; 2) Persona che prende in giro gli altri. Panni bianchi messi in ammollo con sapone e liscivia da rilavare il giorno dopo. (Pron. (Pron. Intercalare tipico della lingua siciliana, a volte abbreviato in " 'ncà", di etimo francese ("Donc"). Puddhriscinèddhra) Letteralmente Pulcinella, sta anche per persona che si spaventa spesso. Si trova simile in francese "ache". Cura di thraunàra) Tromba d'aria. Addhri) Mollusco di mare bivalve, razza scadente di vongole. Anche altri significati figurati. Màsceri) Disastri. Cafìsu) Unità di misura per l'olio. Scucìvolu) 1) Che non cuoce mai; 2) Persona che ha un brutto carattere. (Pron. Rùtta, iniziale delicata) Grotta. Allagare, innaffiare in modo troppo abbondante. Dallo spagnolo "acordar". (Pron. Se ne accennano qui solo tre, per evidente necessità di sintesi: 1) l’inferenza diretta per “opposizione”; 2) l’inferenza indiretta situazionale; 3) l’inferenza indiretta funzionale. Acquaiolo. Canimànnara) Cane pastore, cane da mandria. (Pron. Catarella prima s’imparpagliò, poi sorrise. Gnafalèra) Persona ciarlera, pettegola, attaccabrighe. Zicchiàri, zeta dolce) Scegliere accuratamente. Ecco cosa ha portato a Salviamo il Siciliano! Dal francese "couturier". (Pron. Scòncica) Imitazione, per fare irritare qualcuno. Sciddhrìttu) Rubinetto. (Pron. Detto di persona che non accetta niente, che si lamenta di tutto ma non in faccia o che è imbronciata. Miccia per lampade a petrolio. Rodersi, consumarsi per qualcosa. Termine un pò dispregiativo per indicare una persona un pò tirata e non tanto generosa. 196/2003 che riportiamo qui di seguito, scrivendo al gestore del presente sito web tramite il form contatti. (Pron. In uso in alcune zone del catanese. Thruppiddrhàri) Capitozzatura di un albero. (Pron. Raccoglie 10 canzoni firmate da Corrado Castellari, padre di Melody e autore per i più grandi interpreti Italiani (Mina, Ornella Vanoni, Milva, Fabrizio De André, Adriano Celentano…) dagli anni ’70 fino al 2013, anno della sua scomparsa. Lo stesso Camilleri è dovuto intervenire a spiegare che non si tratta, nel suo caso, di mere trascrizioni dal dialetto: è piuttosto un’operazione filologicamente complessa che riguarda il recupero non solo di elementi lessicali, ma di sostanze del significato che, altrimenti, non sarebbero esprimibili o non sarebbero esprimibili con la complessa densità di significato che sul piano del riferimento antropologico un certo lemma dialettale porta con sé. (Pron. Arrivìsciri) Risuscitare, rivivere. 1) Birillo; 2) Impedimento, ostacolo. Pethri pethri) Bruttissima situazione. (Pron. Fai clic per abilitare/disabilitare il tracciamento di Google Analytics. (Pron. 1) Fango; 2) Offesa lieve, come per dire miserabile, ingiusto. Da non confondere con "Russu" (v.) che significa "rosso". Indica spesso il rialzo davanti a un portone d'ingresso. In alcune zone anche "Laidu". Sthrascinafascènni) Persona tuttofare, presso uffici pubblici (ma non alle dipendenze) a disposizione di chi necessita di assistenza. In uso nel trapanese. Apollo (Ἀπόλλων, Apóllōn) . Ràna, iniziale leggera) Soldi, denari, al plurale: "i rana". Caso specifico della 'Ncirata. "Scunsintutu" sta per "scosso" o "scandalizzato". Muddhrica) Mollica, mollica di pane. In siciliano si usa anche come transitivo. Vaniddhrùzza) Piccola fessura. Ad esempio, un delfino in mezzo alla camera della morte di una tonnara. A volte anche proprio pulire. (Pron. Cassariàrisi) Confondersi, perdersi d'animo. (Pron. «Il cavallo è l'unico pezzo del gioco che può scavalcare gli altri...» La mossa del cavallo è un romanzo poliziesco di Andrea Camilleri pubblicato nel 1999, ispirato da un fatto di cronaca realmente accaduto a Barrafranca nel XIX secolo. Versione palermitana; "Cacuocciulu". 1) Tubo per innaffiare; 2) In alcune zone, specie nella Sicilia Orientale, biberon. Antùra) Poco fa. (Pron. Dolce di miele cotto, fatto in varie forme. O anche in generale, pietra sulla strada, come impedimento. Questo carattere siciliano è anche presente nei suoi romanzi, infatti, sono tutti situati in Sicilia. Tsòccula, zeta dura) Donna di facili costumi. Aggranchiari pu friddu significa sentire molto freddo, morire di freddo. Il significato deve essere bypassato, dribblato, eluso, solo così si può ottenere un significato ulteriore, citeriore, anteriore… Aprire una parentesi all’interno di ogni enunciato, e un’altra parentesi fuori dall’enunciato, e così via… Fare del terrorismo, terremotare … Più in generale mobile posto accanto al letto allo scopo di tenerci il vaso da rotte (Rinali, v.). "Atra banna" significa altra parte, altro lato. (Pron. Allithràtu) Persona ubriaca (anche in senso metaforico). (Pron. Mestiere ormai scomparso. 1) Stupito; 2) Rincitrullito, fulminato, v. "Allampatu". 1) Arrostire, tostare, torrefare qualcosa; 2) Tormentare qualcuno con lamenti. In uso in questo senso anticamente a Trapani. Movimento tipico dei portatori dei gruppi dei Misteri nell'omonima processione di Trapani. (Pron. 1) Piccola cisterna, tanica; 2) Serbatoio, pure per le auto o i motorini. Prob. Se volete fare una ricerca efficace può aiutare provare a cercare una parola o meglio parte di essa, dato che l’ortografia dei termini varia in base al luogo in cui la parola è usata. (Pron. Falàri) Grembiule usato dalle donne per la casa. Termine utilizzato per indicare una finestra o una porta socchiusa "a vanidduzza". (Pron. A chi non sappia che il verbo “taliare” in siciliano significa “guardare”, non sarà difficile inferirne il significato a partire dall’analisi della situazione: Montalbano si trova, infatti, davanti ad una finestra spalancata e “talìa” fuori da essa, scorgendo la luce dell’alba. Probabilmente dallo spagnolo "pincel". Tipo sottilissimo di rete per la pesca. (Pron. Tsìtu, zeta dura) Fidanzato, anche al femminile "zita". b. Il trattamento dei dati personali conferiti è realizzato per mezzo delle operazioni o del complesso delle operazioni indicate all’art. Dall'arabo "qas'at" (bacinella). In uso nel catanese. Entra anche tu a far parte del mondo di SalviamoilSiciliano! In modo cieco, alla cieca, nell'espressione "fari 'na cosa all'urvisca". Una brava fìmmina.» «Spiegati meglio.» «Si chiamava Maria Castellino, maritata, due figli grandi.» Montalbano si sentiva pigliato dai turchi. Recipiente piu grande e capiente di un piatto di portata, in argilla cotta con decorazioni e smaltata. Probabilmente dallo spagnolo "Capolar". Se di grosse dimensioni, Cummidiuni (v.). Tipo di granchio di mare giallastro con macchie arancioni, commestibile. Esiste con uguale significato e ortografia in spagnolo. L’Album “Ci Sarà da Correre” ha un grande significato non solo artistico, ma soprattutto emotivo per Melody. Gonfiare. Dispetti, bambinate. 2) Fig. Involucro di carta usato dai fruttivendoli. Pulire il pesce prima di cucinarlo (marinaresco). Maluvinturùsu) Sfortunato, sfortunatissimo. 1) Rabbia repressa, dispiacere, magone, rodimento interiore, restare male per qualcosa; 2) Stizza, ripicca, dispetto. Vendetta. Scursunèra) 1) Granita; 2) Gelato. Sguittarisìlla) Intendersi con qualcuno. Schiaffo. (Pron. Dallo spagnolo "prearse". Dal greco babazo (ciarlare). Quest'essere (il cui nome ha probabili origini arabe) vive nei pozzi e nelle cisterne ed è stato inventato dalle madri siciliane per spaventare i figli e tenerli lontani dai pericoli che un pozzo scoperto può determinare. Gnàcchete) Tipica esclamazione di felicità. (p. 139) Mimì Augello, con Fazio, Gallo, Galluzzo e altri due òmini del commissariato tuppiarono al portone di via Nazionale 14 dopo aver scavalcato il cancello. Celibe, per l'uomo. Detto di persona inutile, come "passuluni". Pisciarèddhra) Necessità di urinare spesso. (Pron. Patelle, mollusco di mare monovalve. Femminile come in spagnolo "cuchara". Vìviri) Bere, non vivere (che si dice "campari"). Anche nella forma riflessiva "Fuirisinni", fuggirsene. (Pron. (Pron. Allora, a quel tempo. (Pron Sciàbbula) Sciabola, spada, durlindana. Scivatùri) Fiaschetto dove si teneva la polvere da sparo per ricaricare gli archibugi. VB). 1) Demolire, fare cadere; 2) Cadere, in forma riflessiva; 3) Non aiutare, il contrario di aiutare. (Pron. In particolare, definisce l’operazione del ritirare i panni stesi e di piegarli per la successiva fase di stiratura; è un termine molto antico. Abbunnantèddhru) Un po' abbondante. (Pron. Dirigersi verso l'alto, verso le montagne. Tsòmmuru, zeta dura) Persona rozza, poco educata. In uso a Giarre. Anche vezz. Si prega di essere consapevoli del fatto che questo potrebbe ridurre pesantemente la funzionalità e l'aspetto del nostro sito. Asse di legno che serve per fare i pilastri delle case in costruzione. In modo figurato, ci si può rivolgere a una persona molto fragile dicendole che è di cartabballuni. Sthrummintiàri) Ingegnarsi con qualcosa. Sazzàri, doppia zeta dolce) Assaggiare. Annàcati) Sbrigati (in senso ironico). "falsa gola". Persona che non ha molta voglia di lavorare, fannullone. (Pron. Vedi anche pagina Anatomia. Prosciugare un liquido. Grosso covone di paglia generalmente ricoperto per il suo mantenimento nel tempo. Dio della musica, delle arti, della conoscenza, della cura, della profezia, della bellezza maschile, del tiro con l'arco e del sole. Puoi leggere i nostri cookie e le nostre impostazioni sulla privacy in dettaglio nella nostra pagina sulla privacy. Si tratta di un episodio raccontato da Leopoldo … (Pron. Quasùddhri) Pantaloni per bambini. 1) Dire; 2) Chiamare qualcuno in un certo modo. Prob. Aciddhràzzu) Uccellaccio, tipo allegro e spensierato. Questi dati non verranno registrati su altri supporti o dispositivi, nè verranno registrati altri dati derivanti dalla sua navigazione sul sito. Currìa) 1) Cintura di cuoio; 2) Cinghia. E iniziarono a parlare, il commissario in siciliano e François in arabo, capendosi perfettamente. Persona sporca, che non si lava con regolarità e puzza. 1) Strumento a vite per forare; 2) Verga elastica e sottile. "Lecca salsiccia", spilorcio, a tal punto che lecca la salsiccia anziché mangiarla. Piscipàinu) Materiale con cui venivano costruiti gli armadi antichi di una certa stazza. "Aviri a pisciaredda addumata". Equivalente di "Picciottu" nella Sicilia Occidentale o di "Carusu" nella Sicilia Sudorientale. Frascàtuli) Tipo di cuscus dalla grana molto più grossa, "'ncucciatu cchiù rossu". (Pron. Arricriàrisi) 1) Rigenerarsi; 2) Provare grande piacere o soddisfazione. "Schippiuneddu". Testa senza capelli, pelata, calva. Nguantèra, gruppo iniziale molto gutturale) Vassoio di dolci. Sbinnàri) 1) Punire qualcuno con delle botte, anche fig. Anche figurato riferito ad una persona tenera. Accuffulàrisi) Accovacciarsi, piegarsi sulle ginocchia. 1) Rovesciare, svoltare; 2) Insieme alle parole che indicano uno schiaffo (come "angata"), indica l'atto di dare uno schiaffo. (Pron. 1) Invecchiato, rugoso; 2) Immobile, imbambolato. Cono in carta utilizzato dai venditori di caccavette (v.) e simenza per riporre le vendite e consegnarle ai clienti. (Pron. Sia singolare che plurale, reni. Il mio articolo poteva apparire retorico: dissi che tra i caduti della guerra 15-18, ci sono il fratello di mio padre e il fratello di mia madre, messi li, sotto il monumento. (Pron. Dente di grosse dimensioni. 1) Capezzale; 2) In generale, qualcosa vicino alla testa o a portata di mano, "a capizzu". ", richiamo che si usa verso persone inferiori o più piccole. 1) Operatore ecologico, spazzino; 2) Luogo di deposito della spazzatura; 3) Fig. Palla contesa tirata in aria dall'arbitro quando in seguito a fallo di gioco non si sa a chi assegnare la stessa. Genere semielegante di giaccone con bavero rivestito di pellicciotto. (Pron. Come fa a sapìri che il picciliddro è scappato?». Piccolo sgabello fatto con la ferra (v.) tagliata e incrociata. (Pron. Nel messinese e nel siracusano anche "nui". Vascìli) Bacinella, usata anticamente per lavarsi il viso. (Pron. Una lista in continuo aggiornamento Lett. Ncasàri) Spingere. NATURA DEI DATI TRATTATI E MODALITÀ DEL TRATTAMENTO. (Pron. Rròbbi) Vestiti, panni, vestiario in generale. Sthrùmmalu) Tipica antica trottola siciliana. Stessa radice per la "Zisa", quartiere di Palermo. Arco che mette in comunicazione due abitazioni, sovrastato anch'esso da vani abitati, sotto il quale in genere passa una strada. Sfregare i fichi d'India con un ramoscello per togliere le spine. Sedano. "Nesciri di rera" tradotto "Uscire di rera" sta per non seguire le caratteristiche familiari; 2) Ressa, confusione. Bastone. Vedi pagina Anatomia. Sassaiola, guerriglia a distanza a colpi di pietre. Cosa fatta male o in fretta. (Pron. Omosessuale, gay. "impiombare", sta per "sparare a qualcuno"; 2) Affibbiare qualcosa a qualcuno. Bagnare qualcosa o qualcuno. (Pron. (Pron. In uso a Giarre. Probabilmente dal francese "mouchoir". An icon used to represent a menu that can be toggled by interacting with this icon. Nzignàri) Imparare. Osteddhra) Tipico pane a forma circolare, spesso da 1 kg. "stagione"; 2) Più in generale, la stagione calda che prende tutta l'estate meteorologica più parti di primavera e autunno. Maleducato, villano, sconcio. (Pron. Sguaddhraràta) "Fimmina sguaddarata" sta per donna trasandata. Schiacciato, pestato, rovinato per essere stato ridotto in uno spazio troppo angusto. Terrazzo, ampio spazio mattonato all'aperto . Un poco. (Pron. Vasca di raccolta delle acque meteoriche o sorgive tipicamente usata nell'agricoltura per l'irrigazione dei campi. La informiamo che i dati che fornirà al gestore del presente sito al momento della compilazione del “form contatti” (detto anche form mail) del sito stesso, saranno trattati nel rispetto delle disposizioni di cui al d.lgs. (Pron. 1) Resti cinerei fini e volatili del carbone consumato o, in generale, della combustione; 2) Fig. Rappa, iniziale delicata) Grappolo. (Pron. (Pron. (Pron. (Pron. Sapìddhru) Modo di dire. Pertanto, "essiri un chiummu" significa portare sfortuna. (Pron. Acchianarisìnni) Inorgoglirsi, sentirsi importante, darsi delle arie. Appinnicàrisi) 1) Appendersi a qualcosa; 2) Addormentarsi. "Fari 'na vampa" sta per "infiammarsi". Diventare moscio. (Pron. (Pron. Da cui "zillusu", calvo. 1 determinerà l’impossibilità di contattare il gestore del sito web tramite il form contatti messo a disposizione sul sito. (Pron. Usato nell'agrigentino. 1) Limo, vegetali che rendono scivolosi moli e argini di fiume bagnati dall'acqua; 2) Viscido, colloso, melmoso per un terreno oppure sporco, unto se riferito ad una superficie. "T'a firi?" Topo, ratto. Spinnàrisi) Cadere e farsi male alla schiena. Pillicchiàrisi) "Pillicchiarisi i irita" sta per leccarsi le dita. Essere "Pigghiatu r'occhiu" vuol dire essere sfortunato per via di influssi negativi che possono essere causati dalle maledizioni di un'altra persona. Ciscirèddhru) 1) Detto per i piccoli ceci. Forse di origine normanno/austriaca "sparen". Sugo, salsa di pomodoro. Sensazione, presa di coscienza di non poter fare qualcosa al solo pensiero di doverla fare. 1) Assorbire, in genere liquidi; 2) Fig. Da "io dico". Dallo spagnolo "Tacha". Anche figurato, riferito ad una persona immatura; 2) (Pron. Letteralmente "Bella Madre". (Pron. Sthruppiàri) Fare male a qualcuno. (Pron. Thrùnzu) "Arristari a trunzu" significa restare, ad esempio, fermi in mezzo alla strada bloccando il traffico. In alcune zone anche "Vuricci". Piricùddhru) 1) Piccola sporgenza di un oggetto; 2) Persona scattante. Brutto. Portare a cottura, cuocere lentamente e far restringere fino quasi a rapprendere nella pentola. (Pron. Nànfara) "Aviri a nànfara" sta per "parlare col naso", detto soprattutto per persona raffreddata che parla; naso chiuso. 1) Uccello trampoliere; 2) Fig. (Pron. Forfait. Cretino, stupido, che non usa la testa. (Pron. 1) Cattivo, tremendo; 2) Pauroso, agettivo per una tempesta; 3) Di cattiva qualità o comportamento. Assabbinirìca) Tipico saluto di rispetto. Menzionare. (Pron. Inzuppato fino all'osso. I frutti, gelsi, si dicono "ceusi". "Ittari ammuzzu" significa buttare a caso. Da cui proviene presumibilmente anche il nome di una nota località balneare del trapanese, Calampisu (cala dell'impiccato). Continuando a navigare nel sito, accetti il nostro utilizzo dei cookie. Appitanzàri) L'atto del mangiare comodamente a tavola. 1) Dunque, appunto; 2) Altrimenti, se no, oppure; 3) Come no! Accresc. (Pron. Confusione nei luoghi dove c'è un raggruppamento di persone. Alliccasapùni) Coltello molto lungo e fine. Fretta, premura. Essere "a trattettu" sta per essere appostato in attesa. 1) Vigliacco. Armadio, probabilmente dal francese "armoir". Mangiare, ma con uso dispregiativo. 1) Buttare il pallone al di là del muro o in un posto irraggiungibile; 2) Nella pesca, termine usato per indicare quando l'amo si incaglia negli scogli. (Pron. Come "Strummalu". "Ti fazzu un culu tantu!" Nthrummàri) 1) Incastrare, anche per incidenti stradali; 2) Imboccare; 3) Unire, attaccare. (Pron. (Pron. La seconda strategia di scrittura, cui sembra frequentemente ricorrere Camilleri per assicurare al lettore non siciliano la comprensione di quel misto di italiano nazionale e regionale che è presente in quasi tutti i suoi romanzi, è quella della inferenza indiretta situazionale ovvero quella in base alla quale il lettore comprende il significato di una parola siciliana dall’interpretazione, per via indiretta, della situazione generale descritta. Zivìnu, zeta dolce) Piccolo uccello. Sthraviàri) Distrarsi, staccare la spina dalla routine quotidiana. Zaùrdu, zeta dolce) Rozzo, volgare, zoticone. Riccio, di terra ma soprattutto di mare, pescato per le pregiate uova con cui si può condire la pasta. Letteralmente "sporco di grasso". significa "ci riesci?". Vocabolo usato nel nisseno e nel palermitano. Da non confondersi con l'imperfetto del verbo correre, prima e terza persona singolare. (Pron. Anche riflessivo "Arruspigghiàrisi". Proveniente da "stigghiolu", cibo originario di Palermo. Traghetto. Carota. Sivvìzzu, doppia zeta dolce) Lett. Rantolo, respiro affannoso, spesso riferito agli ultimi respiri prima della morte. Imbarcazione in uso a Favignana, per il carico e scarico del tufo dalle cave via mare. (Pron. Specie di ciambella fatta di stracci che le donne mettevano sulla testa per trasportare oggetti. (Pron. 1) Prendere, tenere qualcosa in mano; 2) Acchiappare qualcuno specie dopo averlo inseguito, acciuffare, catturare. (Pron. Crispèddhri) Frittelle, non crespelle. Frusciarèddhru) Fare qualcosa con fretta ingiustificata. In uso a Giarre. Spussissàrisi) Dissanguarsi di beni, letteralmente "spossessarsi". Buca, fossa sulla strada. Passeggiata con ostentazione di eleganza. Usato come lieve offesa. Tipica esclamazione di esultanza. (Pron. Arèmi) Denari, specie nelle carte da gioco. «Dottori, vossia vuole babbiare? "Dari 'nguesta" significa tenere testa a qualcuno. Risparmiare, in tutti i sensi. Il contadino pensò che quello fosse il nome del dolce, cercò di farlo anche lui e lo chiamò "cassata". Casapìli) Piccolo fabbricato dove si trova la lavanderia. Animale. Zivìttola, zeta dolce) Donnicciola vispa che va civettando. (Pron. Thrantuliàri) Scuotere, traballare, essere instabile. Si narra infatti che un contadino siciliano vedendo un pastore arabo preparare un dolce a base di ricotta dentro una bacinella, gli chiese di che si trattasse e quello fraintendendo la domanda, rispose: "quas’at". (Pron. Confondere qualcuno con tanti discorsi, per non farlo più raccapezzare. Tabbutàru) Proprietario di un esercizio di onoranze funebri. "Uomo di pancia", uomo che sa mantenere i segreti, che non fa la spia. In uso a Gela (CL). Ciambelle. 1) Uscito; 2) Fig. Taddhrarìta) 1) Pipistrello. Forse per evitare di dire altre parole più volgari. 1) Disfare; 2) Nel giocare a carte, "Scunzari u jocu" significa sbagliare rivelando erroneamente il proprio gioco mandando in rovina una partita, vedi Sconzajocu. Riuscire a cogliere la migliore opportunità. Cunuttàrisi) Consolarsi, darsi pace, calmarsi, confortarsi, accettare con serenità. Letteralmente "lo sa lui". Coperta di lana pesante. Accucchiàri) Mettere assieme, accoppiare. In uso a Giarre. Camminare lentamente con passo stanco. Stinnigghiàrisi) Stendersi per riposarsi. 1) Ferro per affilare i coltelli adoperato principalmente dai macellaio; 2) Macchinetta adatta agli archibugi per fare fuoco con la pietra focaia 3) Strumento musicale a forma di triangolo che si percuote con una bacchettina di rame; 4) Accendino. Mancìu) Prurito. per una situazione che si va delineando. (Pron. In uso a Giarre. Prob. Materializzarsi e diffondersi di profumi o anche odori sgradevoli. Azione di un bimbo che fa moine e smorfie, cercando di intenerire. Antico mestiere, venditore di acqua e bibite. Questi cookie raccolgono informazioni che vengono utilizzate in forma aggregata per aiutarci a capire come viene utilizzato il nostro sito web o l'efficacia delle nostre campagne di marketing o per aiutarci a personalizzare il nostro sito web e la vostra applicazione al fine di migliorare la vostra esperienza.

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